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Il Doomsday Clock (Orologio dell’Apocalisse) è un indicatore simbolico ideato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists per rappresentare la vicinanza dell’umanità a una catastrofe globale. Le lancette dell’orologio si avvicinano o si allontanano dalla “mezzanotte” a seconda del livello di minaccia per la sopravvivenza del mondo.
Inizialmente pensato per segnalare il pericolo nucleare durante la Guerra Fredda, il Doomsday Clock segnava allora 7 minuti alla mezzanotte. Negli anni, le minacce si sono moltiplicate: nel 2007, per la prima volta, il cambiamento climatico è entrato tra i fattori determinanti.
Oggi, a influenzare l’orologio sono anche la proliferazione di armi nucleari, i conflitti geopolitici, la disinformazione e i rischi legati alle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e la bioingegneria.
Attualmente l’Orologio dell’Apocalisse segna ora 89 secondi alla mezzanotte, con il cambiamento climatico tra i principali fattori di rischio per la sopravvivenza globale. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con emissioni di gas serra in aumento ed eventi climatici estremi che hanno colpito ogni continente. Ondate di calore, incendi, alluvioni e siccità hanno devastato interi ecosistemi e messo a rischio la sicurezza alimentare e idrica.
Nonostante gli allarmi della comunità scientifica, le azioni politiche restano lente e insufficienti. Le recenti dichiarazioni della nuova amministrazione statunitense, che declassa l’emergenza climatica, preoccupano gli esperti.
Senza un’inversione di rotta, l’umanità rischia di superare punti di non ritorno, compromettendo irreversibilmente il futuro del pianeta.
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