I materiali da imballaggio associati agli alimenti devono garantire la protezione, la freschezza e la qualità generale durante le fasi di trasporto e conservazione.
Il progetto BioBarr, finanziato dall’UE, ha concentrato l’attenzione sui poliidrossialcanoati (PHA), sostanze che vengono convenzionalmente prodotte da batteri non patogeni in condizioni di assenza di determinate sostanze nutritive.
I ricercatori hanno scoperto che la famiglia PHA è un buon candidato per la sostituzione di polipropilene e polietilene e che, una differenza dei polimeri fossili equivalenti, è biodegradabile sia nel suolo che nel mare.
«L’idea era istituire un biotecnologico di fermentazione batterica dei rifiuti originati dai processi di studio industriale sulla barbabietola da zucchero, come le melasse e il loro succo, allo scopo di estrarre i PHA», spiega Marialdi, coordinatrice del progetto.
Il consorzio ha realizzato una bobina per confezionamento flessibile e biodegradabile composta da PHA e dotato di caratteristiche promettenti che soddisfa le attuali normative attinenti agli imballaggi alimentari. Ciononostante, essa non può essere ancora sfruttata in una vasta gamma di applicazioni che rientrano nel settore a causa delle sue proprietà di barriera non appropriate ea domande di fragilità tuttora da risolvere, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti.
Anche gli adesivi e gli adesivi utilizzati nelle soluzioni di confezionamento biodegradabile devono rilasciare biodegradabilità; in caso contrario, la loro quantità dovrebbe equivalere al massimo al 5% dell’intero imballaggio. Un altro tra gli obiettivi del progetto BioBarr era la e delle resine sintetiche organiche mantenendo al contempo una buona stampabilità del supporto polimerico. Il progetto ha testato resine provenienti da diverse fonti biologiche, tra cui proteina della soia, proteina del latte, amido di riso ed emulsioni di acido polilattico. Sono quindi stati generati dei prototipi di inchiostri biologici completamente compostabili che soddisfacevano i requisiti tecnici per l’implementazione a livello industriale. I prototipi di inchiostro hanno dimostrato un’adeguata stampabilità su materiali da imballaggio sia di tipo convenzionale che a base di biopolimeri.