Chi viene concepito e nasce in quartieri a basso reddito negli Stati Uniti ha il 50% in più di probabilità di soffrire di obesità da bambino e adolescente: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama Pediatrics che collega l’accesso al cibo di qualità durante la gravidanza e i primi anni di vita a una corretta e sana alimentazione post-svezzamento.
Secondo il Global Report on Food Crises 2024, nel 2023 quasi 282 milioni di persone hanno sofferto di insicurezza alimentare acuta. Come riporta l’Unicef, 181 milioni di bambini piccoli – pari a un minore di cinque anni su quattro – vivono in povertà alimentare grave.
Allo stesso tempo, l’obesità infantile è in crescita a livello globale, e in Italia migliora ma si attesta ancora su livelli allarmanti: il 19% dei bambini di 8-9 anni è sovrappeso, mentre quasi il 10% è obeso – di cui il 2,6% gravemente.
Obesità e povertà alimentare sono due facce della stessa medaglia e causano entrambe problemi di salute gravi, come malattie cardiovascolari e diabete.
Lo studio, condotto a livello nazionale su oltre 28.000 bambini statunitensi, si è concentrato su quartieri classificati come a basso reddito e con ridotto accesso al cibo, dove il supermercato più vicino si trovava a circa 800 metri da casa nelle aree urbane, e a oltre 16 chilometri nelle zone rurali.
Dall’analisi è emerso che risiedere in questi quartieri durante la gravidanza e i primi anni di vita aumentava del 50% il rischio di essere obesi (anche in modo grave) durante l’infanzia e l’adolescenza, e di avere un maggiore BMI (body mass index, indice di massa corporea) a 5, 10 e 15 anni. «Svelando i meccanismi e identificando i fattori di rischio che collegano l’accesso al cibo e l’obesità nei bambini, possiamo sviluppare strategie preventive mirate che aiutino a ridurre le malattie croniche in futuro», spiega Izzuddin Aris, coordinatore della ricerca.
Lo studio conferma i risultati di un’altra ricerca precedente, condotta sempre da Aris, che aveva collegato la residenza in quartieri poveri nei primi anni di vita con un rischio aumentato dell’80% di soffrire di obesità durante infanzia e adolescenza.
Secondo Aris è importante agire in questi quartieri per permettere alle famiglie di avere accesso a cibo di qualità – incentivando l’apertura di nuovi supermercati e piccoli negozi di alimentari che vendano cibo sano. «Investimenti di questo tipo potrebbero rivelarsi cruciali per prevenire l’obesità infantile e promuovere comunità più sane», conclude.