La listeriosi è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali (fonte Efsa).
Nel “Rapporto annuale sulle tendenze e le fonti di zoonosi 2017” pubblicato da Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ed Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) i casi di listeriosi sono leggermente diminuiti nel 2017 (2.480 infezioni, contro le 2.509 del 2016). Tuttavia, la tendenza è stata positiva negli ultimi cinque anni. I più colpiti sono gli anziani con più di 84 anni. In questo gruppo di età il tasso di mortalità da listeriosi è stato del 24%; nel complesso nell’UE, l’infezione è stata fatale per 1 paziente su 10. I livelli più alti di L. monocytogenes sono stati rilevati nel pesce e nei prodotti della pesca (6%), seguiti da insalate pronte al consumo (4,2%).
Come si può leggere nella pagina dedicata alla Listeriosi su Alimenti-salute.it, i sintomi sono simili a quelli dell’influenza, come febbre, cefalea e, occasionalmente, sintomi gastrointestinali. I postumi invece sono meningoencefalite e/o setticemia nei neonati e negli adulti e aborto nelle donne in gravidanza.
Il batterio Listeria monocytogenes ha un periodo di incubazione da pochi giorni a diverse settimane.
La forma più severa di malattia si verifica nei feti e nei neonati, negli anziani e nei soggetti immunocompromessi. Circa un terzo dei casi clinici si verifica nei neonati. Negli adulti l’infezione si verifica principalmente nei soggetti di 40 e più anni. Mortalità fino al 30% e fino al 70% in pazienti non sottoposti a trattamento adeguato. Le donne gravide e i feti, gli anziani e gli individui immunocompromessi sono i più suscettibili.
Una percentuale notevole dei casi di listeriosi è determinata dagli alimenti. Gli alimenti interessati sono il latte crudo, i formaggi molli, le paste di carne, la lingua di suino in gelatina, gli ortaggi crudi e le insalate di verdure cotte.
Misure di controllo specifiche
A livello industriale: trattamento termico del latte (pastorizzazione, sterilizzazione), con accorgimenti per assicurare una riduzione dei rischi di contaminazione. Per gli alimenti trasformati pronti per il consumo ad alto rischio, riduzione di tutti i rischi di contaminazione incrociata dopo la preparazione; trattamento termico; buone pratiche igieniche nel corso della produzione e della trasformazione.
A livello di struttura di preparazione degli alimenti/domestico: uso di latte pastorizzato o sottoposto a trattamento termico (bollitura) e di prodotti derivati da latte pastorizzato o trattato termicamente; refrigerazione degli alimenti deperibili e consumo entro un breve lasso di tempo. Gli alimenti precotti refrigerati dovrebbero essere completamente riscaldati prima del consumo. Evitare certi alimenti ad alto rischio, per esempio formaggio molle, carne pronta al consumo come paté e latte crudo e prodotti a base di latte crudo durante la gravidanza.
I consumatori, in particolare le donne in gravidanza e altri individui a rischio, dovrebbero evitare di consumare alimenti di origine animale crudi, per esempio carne cruda e latte crudo. Le donne in gravidanza dovrebbero pure evitare alimenti che sostengono la crescita di Listeria, per esempio formaggio molle, insalate pre-preparate, gelato, prodotti ittici affumicati o crudi, paté.
Leggi l’infografica di Alimenti&Salute:
LISTERIOSI NEI SOGGETTI A RISCHIO
LISTERIOSI NEGLI ANZIANI