Il rapporto “”Dati ambientali 2018. La qualità dell´ambiente in Emilia-Romagna”, arrivato alla sua diciassettesima edizione, sintetizza e illustra in una forma immediatamente comprensibile i dati ambientali dell’Emilia-Romagna relativi a molti aspetti (acqua, aria, clima, energia, rifiuti, radioattività, campi elettromagnetici, rumore, suolo, aree protette e biodiversità), evidenzia sinteticamente l’andamento nel tempo di alcuni indicatori ambientali e si integra con gli altri strumenti di diffusione dei dati prodotti da Arpae Emilia-Romagna (sito web, open data, portale Dati ambientali, report tematici).
– Aria. Emissioni in atmosfera per macrosettore – La combustione non industriale (riscaldamento) e il traffico su strada rappresentano le fonti principali di emissioni legate all’inquinamento diretto da polveri (rispettivamente 51% e 26%), seguite dall’industria (processi produttivi e combustione nell’industria).
Il trasporto su strada e altri sistemi di trasporto (aerei, navi, ecc.), nonché la combustione nell’industria, contribuiscono alle emissioni di ossidi di azoto (NOx), che è anche un importante precursore della formazione di particolato secondario (che si forma cioè in atmosfera) e ozono.
Il principale contributo alle emissioni di ammoniaca (NH3), anch’essa inquinante precursore di particolato secondario, deriva dalle pratiche agricole (98%).
Per quanto concerne la componente antropogenica, l’impiego di solventi nei settori industriale e civile risulta il principale contributo alle emissioni di composti organici volatili (COV), inquinanti precursori, assieme agli ossidi di azoto, del particolato secondario e dell’ozono (nella pagina a fianco è rappresentata anche la consistente componente biogenica, prodotta dalle specie vegetali coltivate in agricoltura e dalle foreste). La combustione nell’industria e i processi produttivi sono le fonti più rilevanti di biossido di zolfo (SO2), altro importante precursore, anche a basse concentrazioni, di particolato secondario.
– Acque superficiali. Fitofarmaci fiumi e invasi – Distribuzione territoriale, per classe di concentrazione (µg/l) media annua di fitofarmaci (sommatoria totale), delle stazioni della rete delle acque superficiali fluviali e degli invasi (2018) – Nel 2018, delle 146 stazioni monitorate per la ricerca dei fitofarmaci, 130 hanno evidenziato la presenza di residui (89%). Di queste, considerando la concentrazione media annua di sostanze attive totali, l’11% (16 stazioni) non rileva la presenza di sostanze attive (valori inferiori ai limiti di quantificazione – LOQ), il 49% (72), distribuite in maggior parte nelle aree pedemontane, riscontra valori non significativi (da ≥ LOQ a 0,2 μg/l), mentre il 33% (48), collocate soprattutto nel territorio della pianura ferrarese e ravennate, nella fascia del Po e nella fascia costiera, mostra valori di concentrazione media annua compresi tra 0,2-1 μg/l. Infine, il 7% delle stazioni (10) supera il valore soglia normativo dell’SQA-MA, Standard di Qualità Ambientale-Media Annua (1 µg/l). Il superamento interessa principalmente il Glifosate e l’AMPA. Per quanto riguarda gli invasi (4), tutte le stazioni hanno rispettato il valore soglia normativo come media annua della sommatoria totale (1 µg/l), con valori non significativi (da ≥ LOQ a 0,2 μg/l) per tre stazioni e < LOQ per la restante.