L’Italia ha raggiunto la iodosufficienza e il gozzo in età scolare è scomparso: sono queste le due notizie principali che emergono dal Rapporto ISTISAN “Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia – Dati 2015-2019” pubblicato dall’ISS in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide (24-30 maggio).
L’indagine è stata condotta dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI dell’ISS in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo.
La frequenza di gozzo è stata stimata in sette delle nove Regioni che hanno partecipato allo studio (Liguria, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio). La prevalenza di gozzo è risultata <5%, valore indicato dalla WHO come soglia al di sopra della quale si parla di gozzo endemico, in tutte le Regioni analizzate e appena al di sopra del 5% solo nell’area rurale dell’Umbria (area rurale 5,4%; area urbana 3,9%). La frequenza di gozzo è stata stimata in sette delle nove Regioni che hanno partecipato allo studio (Liguria, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio). La prevalenza di gozzo è risultata <5%, valore indicato dalla WHO come soglia al di sopra della quale si parla di gozzo endemico, in tutte le Regioni analizzate e appena al di sopra del 5% solo nell’area rurale dell’Umbria (area rurale 5,4%; area urbana 3,9%). La condizione di iodo-sufficienza giunge in Italia dopo 15 anni dall’approvazione della Legge 55/2005, che ha introdotto il programma nazionale di iodoprofilassi e che regola la vendita e l’utilizzo del sale iodato. Questo importante risultato è stato raggiunto nonostante negli ultimi anni si sia osservata una riduzione del consumo di sale nella popolazione italiana (-12%), confermando che la concentrazione di iodio nel sale commercializzato nel nostro Paese (30 mg/kg) è, almeno per il momento, sufficiente a contrastare l’impatto di tale riduzione.