Akkermansia muciniphila è stato isolato per la prima volta da Muriel Derrien e Willem de Vos, nel 2004, dalle feci di individui sani. Si tratta quindi di un microrganismo residente nell’intestino, ed è tuttavia considerato un probiotico di nuova generazione, già oggetto di numerose ricerche. La sua azione probiotica è attribuita soprattutto alla capacità di irrobustire la mucosa e proteggere la barriera dell’intestino (nonostante la sua attività di degradazione della mucina).
EFSA è stata chiamata a valutare la sicurezza come novel food di un probiotico di A-Mansia Biotech SA costituito da una popolazione batterica di Akkermansia muciniphila MucT pastorizzata e liofilizzata. Carboidrati (~45%), proteine (~30%), ceneri (~18%), acqua (~6%), tracce di grassi. Il panel NDA (Nutrition, Novel Foods and Food Allergens) di EFSA ha considerato come fondamentale lo studio di tossicità in vivo presentato dal richiedente, grazie al quale è stato possibile estrapolare una dose massima di 3,4 x1010 cellule/giorno.
La sicurezza di Akkermansia muciniphila è stata valutata favorevolmente anche rispetto a eventuali rischi di allergenicità e acquisizione di caratteri AMR (Anti-Microbial Resistance). Tenuto anche conto che Akkermansia muciniphila è per sua natura residente nell’intestino (5,6).
La Commissione europea ha riconosciuto il valore essenziale degli studi ai fini della valutazione di EFSA e ha perciò concesso al richiedente una autorizzazione con esclusiva per un periodo di 5 anni.
La disponibilità sul mercato di questo nuovo probiotico sul mercato rappresenta un’opportunità promettente, nella speranza che Akkermansia muciniphila per possa contribuire al contrasto di numerose malattie non trasmissibili e cronico-degenerative. (8, 9). Ulteriori studi potranno aiutare a comprendere i suoi meccanismi d’azione e progettare formulazioni più efficaci e mirate.
La ricerca potrà anche consentire di individuare nuovi ceppi, con attività biologiche potenziate e più specifiche che meglio si adeguino alle malattie che questo probiotico potrebbe mitigare. Nella speranza che interventi a supporto del microbiota e dell’eubiosi intestinale possano contrastare gli effetti, tra l’altro, dell’antibiotico-resistenza.