Nell’immaginario collettivo la dieta vegetariana è sinonimo di mangiare sano: tuttavia, se è vero che per la maggior parte delle persone eliminare carne e pesce significa diminuire il colesterolo e il rischio di soffrire di malattie cardiache e diabete di tipo 2, per alcuni gli effetti potrebbero essere diversi.
Il motivo? La genetica: secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su PLOS Genetics, la presenza di alcune varianti genetiche (o alleli) influenza infatti il modo in cui il nostro organismo assorbe alcuni nutrienti, modificando le conseguenze della dieta sulla salute.
Lo studio ha coinvolto oltre 150.000 partecipanti, 2.300 dei quali seguivano una dieta strettamente vegetariana: la maggior parte dei vegetariani aveva bassi livelli di colesterolo, una cosa positiva per la salute del cuore, e di vitamina D, importante invece per la salute delle ossa e il sistema immunitario. Alti invece i livelli di trigliceridi, un tipo di grasso del sangue la cui presenza eccessiva può aumentare il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari.
Includendo la componente genetica è emerso che quando era presente una specifica variante genetica, detta allele minore, gli esiti cambiavano. In particolare in chi era vegetariano e aveva la variante del gene MMAA, connessa al metabolismo del calcio, aumentavano i livelli di calcio (invece che diminuire). Questo è da un lato positivo, perché il calcio migliora la salute di ossa e denti, ma dall’altro può avere anche risvolti negativi, aumentando il rischio di soffrire di calcoli renali e malattie cardiovascolari.
Un piccolo gruppo di partecipanti con un’altra variante genetica ha poi riscontrato un aumento nei livelli di testosterone – tendenza contraria rispetto alla maggior parte dei vegetariani, nei quali questo ormone diminuisce. Infine la presenza di un allele minore connesso alle funzioni renali ha modificato gli effetti del vegetarianismo, facendo diminuire (invece che aumentare) il tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR), ovvero la velocità con cui il sangue viene filtrato dai reni. La ricerca getta le basi per condurre nuovi studi di nutrigenetica e trial clinici che aiutino gli esperti a comprendere meglio in che modo i geni influiscono sulla dieta che adottiamo.