Lo stato di salute dei profili sanitari nazionali dell’UE è progettato per essere uno sportello unico per la conoscenza e le informazioni sul sistema sanitario di un paese, messo in prospettiva di un confronto inter-UE.
A partire dal 2000, il numero di fumatori in Italia è diminuito leggermente, ma nel 2017 fumavano quotidianamente ancora un adulto su cinque, una cifra leggermente superiore rispetto alla media dell’UE (19 %). L’obesità tra gli adulti è aumentata dal 9 % nel 2003 all’11 % nel 2017, ma rimane tuttavia inferiore alla media dell’UE (15 %). I problemi di sovrappeso tra i bambini e gli adolescenti rappresentano un’altra questione problematica per la sanità pubblica, con circa un quinto dei quindicenni in sovrappeso od obeso nel periodo 2013-2014, una quota prossima alla media dell’UE. Su una nota più positiva, la percentuale di adulti che dichiara regolarmente un consumo di alcolici elevato è molto più bassa rispetto alla maggior parte dei paesi dell’UE.
I fattori di rischio comportamentali sono responsabili di un terzo di tutti i decessi in Italia Secondo le stime, circa un terzo dei decessi avvenuti in Italia nel 2017 è attribuibile a fattori di rischio comportamentali, tra cui i rischi connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attività fisica (Figura 5; IHME, 2018). Questa percentuale è di gran lunga inferiore alla media dell’UE.
In Italia, la percentuale di adulti che dichiara di consumare almeno una porzione di frutta e verdura quotidianamente è maggiore rispetto a quella nella maggioranza dei paesi dell’UE. Tuttavia, nel 2017 il 15 % degli adulti in Italia ha dichiarato di non consumare nemmeno un frutto al giorno, e il 20 % di non consumare verdura.
Il consumo di alcolici tra gli adulti è limitato, ma un terzo degli adolescenti è dedito al “binge drinking”*. Il consumo di alcolici tra gli adulti in Italia è diminuito di circa il 20 % dal 2000, ed è attualmente tra i più bassi dell’UE. Anche la percentuale di adulti che riferiscono un consumo di alcolici elevato e regolare (“binge drinking”1 ) è molto più limitata rispetto a quasi tutti gli altri paesi dell’UE. La pratica del “binge drinking” è tuttavia piuttosto diffusa tra gli adolescenti italiani. Nel 2015, circa un terzo dei ragazzi e delle ragazze di 15-16 anni ha riferito almeno un episodio di consumo eccessivo di alcolici nel corso del mese precedente, una percentuale vicina alla media dell’UE.
* binge drinking: assunzione di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche, in un’unica occasione, negli ultimi 12 mesi (definizione dell’Istituto Superiore Sanità). Il termine è utilizzato nei paesi del Nord Europa, per indicare il bere alcolici e super alcolici in quantità intossicanti, fino a stare male, per il puro e semplice desiderio di ubriacarsi. Convenzionalmente, ci si riferisce al binge drinking quando si consumano 6 o più bicchieri di bevande alcoliche, anche diverse, in una singola occasione e in un tempo ristretto.
Fonte foto profilo twitter Vytenis Andriukaitis