Intervista dei Georgofili ad Antonio Ferrante, professore ordinario di Orticoltura e Floricoltura all’Università di Milano.
I sistemi di coltivazione fuori suolo o idroponici sono spesso utilizzati come sinonimi dove le piante hanno le radici all’interno di substrati colturali o di soluzioni nutritive o sospese in aria.
Nelle coltivazioni fuori suolo le piante non hanno le radici nel terreno ma in substrati organici o inorganici come ad esempio torba o perlite.
Questi substrati hanno solo la funzione di sostegno delle piante, mentre la nutrizione viene effettuata mediante fertirrigazione, ossia l’acqua è un vettore per la distribuzione degli elementi nutritivi mediante sistemi di microirrigazione.
Le coltivazioni idroponiche derivano dalla parola idroponica di origine greca: “hidro” acqua e “ponos”, che significa lavoro, ossia il lavoro dell’acqua per la coltivazione delle piante. Le piante hanno le radici immerse nella soluzione nutritiva ed esempi di questi sistemi di coltivazione sono il floating system e Nutrient Film Technique (NFT).
L’aeroponica è sempre un sistema idroponico dove le piante hanno le radici sospese nell’aria e l’apporto di nutrienti e di acqua avviene mediante una soluzione nutritiva che viene nebulizzata attraverso ugelli direttamente sulle radici.
L’acquaponica è una combinazione di un sistema idroponico e di un sistema per l’allevamento dei pesci. I due sistemi sono integrati e l’acqua dell’allevamento dei pesci con i suoi residui organici e nutrienti viene filtrata e inviata in un sistema idroponico per la nutrizione delle piante.
I sistemi idroponici si stanno diffondendo soprattutto per la produzione di ortaggi con la possibilità di aumentare l’efficienza d’uso dell’acqua e dei nutrienti. Nei contesti urbani per l’assenza del terreno agrario diventano la sola opzione possibile, così come le coltivazioni indoor o in vertical farm.
I vantaggi dei sistemi idroponici o fuori suolo sono rappresentati dalla possibilità di poter coltivare anche dove non è disponibile il terreno. Inoltre, la combinazione di sistemi idroponici e coltivazione in serra permettono di poter produrre ovunque anche in ambienti estremi come le aree desertiche e predesertiche o in ambienti molto freddi del Nord ed Est Europa. Da un punto di vista economico, le coltivazioni sono limitate solo a quelle colture che permettono di rientrare con i maggiori costi d’impianto e di gestione riducendo così la biodiversità delle specie coltivabili. I prodotti ottenuti con questi sistemi devono avere dei prezzi più elevati e analogamente la qualità deve essere superiore. Tuttavia, non è sempre così, infatti la qualità è il risultato della coltivazione in condizioni ottimali o subottimali.
Quindi in conclusione, la qualità elevata è funzione di una adeguata gestione dell’ambiente e della nutrizione della coltura.