I presupposti sui quali, finora, l’Unione Europea ha deciso di autorizzare l’uso del glifosato sono sbagliate, almeno per quanto riguarda la capacità di diffondersi per via aerea della sostanza, già definita probabilmente cancerogena dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms. Il glifosato, infatti, viaggia nell’aria attaccandosi alle particelle di polvere e ai pollini, e arriva anche molto lontano dal luogo in cui è stato sparso al suolo. A questa conclusione è giunto uno studio commissionato dell’Alleanza per un’agricoltura a misura di nipoti, associazione di produttori biologici, e dell’Istituto Ambientale di Monaco, un’organizzazione specializzata nelle indagini ambientali, pubblicato sulla rivista del gruppo Nature Environmental Sciences Europe che potrebbe avere importanti ripercussioni. Entro pochi mesi l’Europa dovrà infatti decidere se continuare o meno a permettere l’impiego del diserbante anche dopo il 2022 e, al momento, le valutazioni sono in pieno svolgimento. Il risultato è stato al tempo stesso illuminante e sconvolgente: nell’aria sono state rilevate ben 109 sostanze diverse, 28 delle quali non utilizzate in Germania perché vietate, e talvolta in luoghi insospettabili quali le montagne del parco Harz (13 sostanze) o il Parco Nazionale della foresta bavarese (sei). Il glifosato era presente in ogni singolo campione analizzato e questo è considerato particolarmente preoccupante, così come il numero di rilevazioni del pendimetalin e del prosulfocarb.
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