Gli “Alieni” in agricoltura, sono micro e macro organismi (insetti, nematodi, acari, virus, funghi e batteri) estranei al nostro ambiente, al nostro mondo agricolo (proprio come se venissero da un altro pianeta), contrari e avversi al nostro paesaggio, alle nostre piante e ai nostri raccolti. E, proprio come se partissimo per un altro pianeta, c’è bisogno di un glossario di base che introduca e spieghi i fondamentali, dall’invasione alla lotta biologica, dagli aspetti normativi comunitari al concetto di pericolosità.
Un problema planetario, insomma, acuito dalla globalizzazione e dagli effetti del cambiamento climatico, che, secondo la FAO, compromette fino al 40% del cibo che produciamo, con costi sociali ed economici (oltre che ambientali) salatissimi, anche per il nostro Paese. La ricerca è impegnata in una folle corsa contro il tempo, per prevenire ingressi indesiderati e trovare la soluzione più efficace per ogni alieno che sbarca, mai la stessa. In prima linea, naturalmente, il Centro Difesa e Certificazione del CREA (CREA-DC), che è l’Istituto nazionale di riferimento per la protezione delle Piante.
Non si può parlare di alieni senza affrontare Xylella, il batterio che, utilizzando la “sputacchina” come insetto vettore, ha messo in ginocchio l’olivicoltura pugliese e chi ci lavora, fatto strage di olivi, anche secolari, spezzando il legame profondo e identitario che unisce il Salento alle sue piante.
Se l’olivicoltura piange, viticoltura ed agrumicoltura di certo non ridono. La minaccia più pressante per quest’ultima viene da lontano, sebbene sia sempre più vicina: si chiama Huanglongbing e i ricercatori sono già al lavoro anche sul fronte del miglioramento genetico. Cambiando coltivazione, non cambia la musica e a suonarla sono sempre gli alieni, all’attacco di grano, mais e riso (attaccato da patogeni e nematodi), fico, ficus ornamentale, pomodoro, palma nana. Una menzione a parte merita la cimice asiatica, flagello dei frutteti: il CREA-DC è riuscito ad individuare il suo antagonista naturale, la vespa samurai, e sta supportando le Regioni nella predisposizione e nella attuazione dei piani di rilascio.
Anche tra le piante si annoverano alieni, dalla Robinia e l’Ailanto, diffusa ormai ovunque lungo le strade, fino alla schiera di alberi ornamentali, così come le collezioni di piante dei giardini storici e botanici della Riviera ligure, vere e proprie isole di diversità non indigena. Un caso assai particolare è quello – come vedremo – degli ibridi di castagno coltivati in Italia.
Passando dalla Terra all’Acqua, qualcosa si muove se, specie aliene invasive come il gambero rosso della Louisiana e il granchio blu, si possono utilizzare sia per mangimi da acquacoltura sia come alimento sulle nostre tavole, in un’ottica di economia circolare e di contenimento del danno.
COSA DICE LA NORMATIVA EUROPEA