Quando nelle nostre case mettiamo a cuocere la frutta alla quale aggiungiamo dello zucchero e magari anche della pectina per favorire l’addensamento noi tutti siamo convinti di apprestarci a fare una marmellata, però nella maggior parte dei casi sbagliamo denominazione e non lo sappiamo. A livello domestico possiamo tranquillamente evitare di scrivere sul barattolo l’esatta definizione della “marmellata” che stiamo preparando, ma quando la compriamo corriamo il rischio di perderci e di non capire bene cosa contiene la “confezione” di frutta conservata è reale.
Questo dipende dal fatto che la produzione e l’etichettatura delle “marmellate” è regolamentata dalla Direttiva CEE 79/693 recepita dopo “soli” tre anni nel nostro Paese con il DPR 8.6.82.
Cerchiamo di descrivere nel modo più chiaro possibile quanto riportato dal DPR in materia di marmellate, confetture, gelatine e la crema di marroni.
Contrariamente a quanto possiamo pensare il termine “marmellate” è molto limitativo e si può adoperare soltanto per gli alimenti fatti con agrumi e zucchero; mentre nell’ambito delle confetture possiamo imbatterci nelle “composte” che, anche se non citate nel DPR 8.6.82, convenzionalmente sono dei prodotti a basso livello di zucchero aggiunto.
Quando acquistiamo una marmellata di ciliegie o di frutta mista, in effetti stiamo comprando una “confettura” e lo possiamo sapere soltanto leggendo l’etichetta!