Lo scorso 6 maggio l’EFSA (Autorità Alimentare Europea) ha pubblicato il suo parere in merito al biossido di titanio (BT) e ha concluso che il suo impiego come additivo alimentare non è sicuro. Ricordiamo che l’EFSA produce pareri scientifici che informano le scelte dei decisori politici: la decisione finale sul destino del BT è di esclusiva competenza della Commisione europea e dei paesi membri.
Il BT è un composto chimico che trova utilizzazione industriale soprattutto nelle vernici, in alcuni cosmetici, nei farmaci, nei dentifrici e anche come additivo alimentare. In tutti i casi ha lo scopo di rendere bianchi i prodotti in cui viene usato.
Vi è un ampio numero di alimenti in cui trova impiego come additivo, fra i quali i dolciumi, come i confetti, i chewing gum, alcune salse e alcuni formaggi. Il suo impiego è riportato nelle etichette con la sigla E171.
Il Gruppo di esperti che si è occupato della nuova valutazione ha esaminato la letteratura scientifica disponibile e, fra migliaia di studi, ha selezionato quelli con dati di qualità e quindi maggiormente attendibili.
Un dato da evidenziare immediatamente è che gli studi scientifici sono stati condotti sia sul BT realmente impiegato come additivo alimentare sia sul BT in forma di nanomateriale. E’ infatti importante sottolineare che nel BT utilizzato circa il 50% del prodotto si trova sotto forma di “nanoparticelle”. Come è noto le nanoparticelle hanno dimensioni inferiori a 100 nanometri (tanto per dare un’idea di tratta di circa un millesimo del diametro di un capello). Le nanoparticelle hanno quindi la possibilità di introdursi nelle cellule e andare a interferire con i processi fisiologici endocellulari.
Il complesso delle informazioni scientifiche disponibili, provenienti da studi su animali da laboratorio, ha dimostrato che il BT può provocare effetti negativi di natura infiammatoria, sul sistema immunitario, su quello nervoso ed anche cambiamenti nel rivestimento del colon e del retto che possono evolvere, nel tempo, in cancro.
Tuttavia, gli esperti dell’EFSA hanno esaminato anche i risultati degli studi di genotossicità ed è risultato che il BT è in grado di danneggiare il patrimonio genetico cellulare e quindi essere genotossico, per cui non è possibile identificare una soglia di “accettabilità”. E’ infatti ampiamente noto che le sostanze genotossiche sono potenzialmente cancerogene e quindi la loro utilizzazione come additivi alimentari non è consentita. Di conseguenza il BT è stato quindi ritenuto non più sicuro per il suo uso quale additivo alimentare.