Il web è un mercato che con i suoi 1,1 miliardi di euro (un italiano su cinque acquista cibo online) del 2018, +45% rispetto l’anno precedente, fa gola a molti anche ai truffatori e ai contraffattori.
Secondo la ricerca “E-commerce e alimenti: operazione trasparenza” realizzata dal Movimento difesa del cittadino il 31% degli acquirenti dichiara di aver subito una frode e di non voler più effettuare acquisti tramite web perché non gli viene consegnato quanto ordinato (45% dei casi), gli arriva un prodotto difforme da quello che ha ordinato (23% dei casi), con data scaduta (12%) o in quantità minore di quella che si aspettava (10%).
Per tutelarsi il consumatore ha un’unica arma: l’etichetta.
Infatti i prodotti sul web devono sottostare, come quelli a scaffale, alle norme europee sull’etichettatura.
Una volta che il prodotto è giunto a casa, prima di consumarlo, è bene verificare che sia correttamente etichettato e debitamente confezionato.
Al Festival del Giornalismo Alimentare Antonio Lauriola di Alimenti & Salute, il portale di sicurezza alimentare e nutrizione dell’Emilia Romagna, afferma: «Con l’acquisto online viene a mancare il rapporto diretto fra acquirente e venditore. Per legge, però, il sito Internet deve essere sviluppato in modo che il prodotto sia “toccabile”, ispezionabile e controllabile esattamente come quello in vendita su uno scaffale. Se questo non avviene il responsabile non è il produttore degli alimenti, ma il titolare del sito».