Nel recente convegno sulle micotossine (VI Congresso Nazionale “Micotossine e Tossine vegetali nella Filiera Agro-Alimentare) che si è tenuto presso l’Istituto Superiore di Sanità sono stati presentati i risultati di promettenti studi che dimostrano la possibilità di trovare delle soluzioni future sul tema “micotossine”.
E’ bene sapere che alcuni funghi microscopici della specie dei Fusarium possono svilupparsi sui cereali (grano, orzo, avena, mais).
Durante il loro sviluppo sono in grado di produrre delle sostanze chimiche naturali tossiche (chiamate micotossine) che rimangono negli stessi cereali; tra queste esiste anche il Deossinivalenolo (DON) che si può trovare negli alimenti come pane, pasta o altri prodotti da forno prodotti con i cereali contaminati. Purtroppo il DON è parzialmente termostabile e quindi le temperature di cottura non sono sufficienti ad eliminarlo.
Le informazioni sulla pericolosità del DON non sono complete, ma sappiamo che interferisce nella sintesi proteica alterando la funzionalità cellulare, provoca disturbi gastrointestinali, diminuzione di peso e altera i processi di difesa immunitaria.
Si ritiene inoltre che interagisca in modo sinergico con altre micotossine potenziando gli effetti tossici.
Il problema veramente serio è che gran parte dei cereali è contaminata con il DON a concentrazioni più o meno rilevanti; la contaminazione riguarda sia i cereali di importazione, sia quelli nazionali. La contaminazione è condizionata dall’andamento climatico e sembra che negli ultimi anni la situazione sia andata peggiorando.
Cercare di far “quadrare” la DAG con i livelli di contaminazione dei cereali è una operazione molto difficile. Si corre infatti il rischio di non poter utilizzare importanti quantità di grano, mais e altri cereali per la presenza della micotossina a concentrazioni critiche. Peraltro, al momento attuale, non esistono metodi praticabili per “decontaminare” i cereali contenenti il DON.
A garanzia della nostra salute sappiamo che i cereali e gli alimenti che ne derivano sono controllati e quelli contaminati a livello non accettabile sono scartati.
Questa situazione deve fare riflettere. La sicurezza degli alimenti prevale su altri interessi, ma non si può ignorare che si possono avere degli sprechi anche molto importanti. La soluzione è quella di prevenire la contaminazione dei cereali sia “in campo”, sia durante il trasporto.