Peste Suina Africana (PSA)

La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale contagiosa che uccide suini e cinghiali, non si trasmette all’uomo

ultima modifica 05-08-2024

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce esclusivamente suini e cinghiali, con letalità che possono arrivare al 90%. La malattia non si trasmette all’uomo.

Perché è importante

Non esiste cura nè vaccino, è difficile contenere la sua diffusione che provoca effetti devastanti sul patrimonio zootecnico, sul settore della lavorazione delle carni (es. produzione di salumi). La gravità della malattia, la capacità dell’infezione di diffondersi rapidamente fanno sì che i paesi interessati o loro regioni siano soggetti a forti restrizioni commerciali di animali e prodotti per evitare la diffusione dell’infezione.

Diffusione

Nel corso del 2022 e nel 2023 l’infezione si è diffusa nei cinghiali selvatici in modo progressivo fino ad interessare un vasto territorio delle regioni Piemonte e Liguria.

Altre regioni sono state progressivamente interessate da casi nei selvatici: a maggio 2022 il Lazio, a maggio 2023 la Campania e la Calabria, dove si è verificato anche un caso in un allevamento, e a giugno 2023 la Lombardia, dove, tra agosto e settembre dello stesso anno si sono verificati anche focolai nei suini domestici.

Il 9 novembre 2023 è stato confermato il primo caso di PSA in Emilia-Romagna, in un cinghiale selvatico trovato morto nel comune di Ottone (PC). Successivamente sono stati confermati altri casi in cinghiali risultati positivi ai test diagnostici (eseguiti su tutti i soggetti abbattuti o ritrovati morti nelle zone di restrizione) e la malattia si è diffusa verso est raggiungendo, a partire da febbraio 2024, anche alcuni comuni della provincia di Parma.

Il 18 luglio 2024 è stata trovata la carcassa di un cinghiale positivo alla PSA anche in Toscana, nel comune di Zeri in provincia di Massa-Carrara.
Sempre a fine luglio sono state confermate anche alcune positività all’interno di allevamenti di suini domestici in Lombardia e Piemonte.

La Commissione Europea aggiorna regolarmente i confini dell’area infetta (denominata “zona di restrizione II”) e delle aree limitrofe a quella infetta, soggette a misure di controllo (“zona di restrizione I”), attraverso specifici Regolamenti.

Per saperne di più

Approfondimenti

Le modalità di trasmissione dell’infezione sono legate all’elevata resistenza del virus nell’ambiente. Gli animali si possono infettare oltre che per contatto con animali infetti, anche per ingestione di carni o prodotti a base di carne contaminati (per es. scarti di cucina) o per contatto con oggetti contaminati come veicoli, attrezzature agricole, attrezzi da caccia, abbigliamento, ecc.

L’uomo non si infetta ma può veicolare passivamente il virus agli animali.

Peste suina africana: come stare un passo avanti (video)

La malattia si può manifestare con morte improvvisa senza sintomi o con la comparsa di febbre elevata, perdita di appetito, emorragie cutanee localizzate in particolare alle estremità degli arti, alle orecchie e degli organi interni. Per le specie colpite (maiale domestico e cinghiale) la letalità raggiunge quasi il 100%.

Non esiste alcun trattamento o vaccino.

Nei paesi in cui la malattia non è presente la prevenzione si basa principalmente su rigide politiche di importazione. Quando il rischio di introduzione della malattia è ritenuto elevato, possono essere bloccate le importazioni di suini vivi e prodotti a base di carne di maiale o cinghiale. In ogni caso deve essere sempre garantito il controllo veterinario alle frontiere e il corretto smaltimento dei rifiuti alimentari da aerei, navi o veicoli provenienti da paesi infetti.

Allevatori (video)

Viaggiatori (video)

Annualmente dal 2020 l’Italia adotta un Piano nazionale di Sorveglianza della PSA, approvato e cofinanziato dalla CE, e che contempla anche le misure di eradicazione per la regione Sardegna. Analogamente al Piano nazionale del 2022, che già aggiornava e potenziava le misure di cui ai Piani precedenti, il Piano nazionale di sorveglianza ed eradicazione per la PSA per il 2023 ha l’obiettivo di proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus PSA e si articola nei principali ambiti di seguito elencati:

  • sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali
  • sorveglianza passiva negli allevamenti di suini
  • gestione della popolazione di cinghiali
  • verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza
  • campagna di formazione e informazione degli stakeholders

Per approfondire:

Ministero della Salute (video)

Manuale operativo selvatici (video)

Manuale operativo domestici (video)

Il sistema di allerta precoce si basa non solo sulla segnalazione da parte di tutti i soggetti interessati da fenomeni di mortalità elevata, ma anche sulla ricerca del virus della PSA su tutti i cinghiali trovati morti e suini morti in allevamento anche in assenza di mortalità anomale o di sintomatologia/lesioni riferibili a PSA. Questo tipo di sorveglianza è ritenuta da tutti gli esperti internazionali molto più efficace di quella condotta su suini/cinghiali sani vivi o macellati/cacciati, in quanto, in caso di presenza dell’infezione, vista l’elevata letalità della malattia, la probabilità di trovare il virus è molto più elevata sui soggetti rinvenuti morti.

È quindi fondamentale mettere in campo tutti gli strumenti che possano migliorare la sorveglianza sulle carcasse di cinghiale. Come Regione Emilia-Romagna abbiamo:

  • Recepito il piano di sorveglianza nazionale e approvato le linee guida per l’applicazione del piano in regione Emilia-Romagna con delibera regionale n. 977/2020.
  • Istituito un nucleo di coordinamento tecnico con delibera regionale n. 977/2020, che in funzione della sua interdisciplinarità, ha lo scopo di affiancare l'Unità di Crisi Regionale nella gestione di una eventuale epidemia di Peste Suina Africana.
  • Attivato un numero regionale per segnalare la presenza di resti o carcasse di cinghiale ai servizi veterinari delle AUSL dell’Emilia-Romagna
  • Progettato la creazione di un'Applicazione GIS da affiancare al numero regionale che per alcune tipologie di utenti può risultare di più immediato utilizzo per notificare ai servizi veterinari il ritrovamento di carcasse di cinghiali
  • Predisposto e coordinato la divulgazione capillare sul territorio regionale di tali materiali informativi destinati a diverse tipologie di destinatari, prodotti da noi e dal Ministero.

L’aggiornamento sui casi di PSA e sui risultati della sorveglianza nelle zone di restrizione e nelle zone libere è disponibile sul Bollettino Epidemiologico Nazionale sulla Peste Suina Africana, consultabile dal portale VETINFO del Ministero della Salute.

Tutti i programmi di eradicazione efficaci si basano su un rapido rilevamento della malattia sul territorio mediante la segnalazione ai servizi veterinari delle Aziende USL di suini o cinghiali morti per l’esecuzione degli esami diagnostici.

È inoltre necessaria l’adozione immediata di drastiche misure di controllo. Negli allevamenti colpiti deve essere predisposto il depopolamento degli animali e la pulizia e la disinfezione dei locali per evitare la diffusione ad altri allevamenti. Vengono inoltre istituite zone con rigide misure di controllo della malattia e in particolare restrizioni delle movimentazioni dei suini allevati. Anche nel rilevamento della malattia nei cinghiali, viene istituita una ”zona infetta” con recinzioni, divieto di ingresso al pubblico, divieto di caccia, ricerca attiva delle carcasse da inviare alla distruzione.

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