Ministero della Salute
Coordinamento Regione Emilia-Romagna - 2023
Dalla scoperta della penicillina in poi, l’uso copioso e spesso improprio degli antibiotici ha portato
alla comparsa di microrganismi multi-resistenti che, da qualche tempo, sono oggetto di grande
attenzione in Sanità pubblica perché responsabili di infezioni umane divenute pressoché incurabili.
Nella Comunità europea si stimano circa 29 mila morti ogni anno per infezioni causate da batteri
resistenti e costi sanitari aggiuntivi ingenti. Considerando la gravità di questo fenomeno, si sta
cercando di intervenire a livello globale con attività volte alla riduzione del consumo di antibiotico
sia in campo umano che in medicina veterinaria.
In che modo la medicina veterinaria e le attività zootecniche sono coinvolte in questa problematica
sanitaria?
Esiste uno scambio continuo e reciproco di microrganismi tra animale, ambiente e uomo. Questo può
avvenire attraverso il contatto diretto uomo-animale, tramite i reflui dispersi nell’ambiente oppure
tramite gli alimenti di origine animale.
Le resistenze che si creano in allevamento possono, quindi, diffondersi nella comunità.
Per questo, il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è un problema che deve essere affrontato in una
logica “One Health”, essendo salute umana, salute animale e ambiente fra di loro interconnessi.
REGIONE VENETO e FRIULI VENEZIA GIULIA 2021
Le sostanze antimicrobiche sono utilizzate per la cura delle infezioni batteriche dell’uomo e degli animali dal secolo scorso, ma in epoca più recente alcuni antibiotici, i cosiddetti auxinici, sono stati impiegati nell’alimentazione degli animali da reddito anche per migliorarne le performance di crescita, pratica successivamente vietata a livello di Unione Europea fin dal 2006.
La resistenza agli antibiotici, generalmente indicata con l’acronimo inglese AMR (antimicrobial resistance), è un fenomeno naturale che fa seguito, inevitabilmente, all’esposizione dei batteri agli antibiotici e alla cosiddetta “pressione selettiva” che questi esercitano sulle mutazioni spontanee in grado di favorire la sopravvivenza batterica. Successivamente, la resistenza batterica può diffondersi attraverso meccanismi diversi, che comprendono anche il trasferimento di materiale genetico fra batteri di diversa specie, amplificando in tal modo la velocità di diffusione. I fattori che favoriscono il mantenimento e la diffusione della resistenza batterica sono molteplici, tra i principali sicuramente un impiego non corretto di antibiotici in ambito zootecnico.
Nello specifico, anche il settore della coniglicoltura intensiva, in analogia ad altri comparti zootecnici, in passato ha utilizzato in modo irrazionale le sostanze antimicrobiche, peraltro somministrate agli animali per via prevalentemente orale.
L’allevamento del coniglio da carne, infatti, è afflitto e penalizzato da una serie di patologie che, traendo origine da modalità di allevamento non sempre adeguate al benessere della specie, acquisiscono i caratteri di sindromi condizionate polifattoriali.
E’ evidente, pertanto, che per rispondere all’esigenza del mercato di carni di coniglio di buona qualità, ottenute con ridotto uso di antimicrobici, sarà necessario un considerevole sforzo non solo per migliorare le modalità di utilizzo degli antibiotici (prudent use), ma, soprattutto, per migliorare le modalità di allevamento del coniglio, il suo benessere e la sua salute.
Le presenti Linee Guida a cura della Regione Veneto e autonoma del Friuli Venezia Giulia si propongono, quindi, di:
- contestualizzare le problematiche di resistenza batterica oggi in discussione nell’allevamento intensivo del coniglio
- fornire indicazioni agli operatori del settore per un impiego consapevole e razionale del farmaco veterinario (prudent use), unitamente a indicazioni per una corretta gestione sanitaria dell’allevamento, basata sul benessere degli animali e sulla biosicurezza
- stimolare l’adozione di una serie di interventi fra loro coordinati per un uso appropriato degli antibiotici riducendo il rischio di selezione e diffusione di antibiotico resistenza (antimicrobial stewardship)
- condividere le problematiche poste dalla resistenza antimicrobica fra medici veterinari che operano nel settore della produzione primaria e quelli impiegati in istituzioni pubbliche (Regioni, Aziende Sanitarie, Istituti Zooprofilattici Sperimentali, Università, etc.), per una miglior tutela della salute pubblica e della salute animale.
Linee Guida Uso prudente dell'antibiotico nell'allevamento del coniglio da carne - 2021
RER 2022
RER 2018
La somministrazione di antimicrobici in animali produttori di alimenti (DPA) contribuisce fortemente alla selezione e diffusione di batteri resistenti, con conseguente rischio per la salute. Tuttavia, enfatizzare
l’attenzione solo su questa fonte di antimicrobicoresistenza (AMR) può comportare una sottostima delle cause “non-food”. Negli animali da compagnia emerge la necessità di promuovere azioni concrete per il contenimento di batteri resistenti o multiresistenti attraverso l’adozione di buone pratiche. Le presenti linee guida, che non vogliono rappresentare alcuna limitazione alla libertà clinica del veterinario, si propongono di suggerire alcune modalità operative, affrontando le seguenti tematiche:
- Misure di biosicurezza
- Diagnosi e ricorso ad esami di laboratorio
- Scelta ed uso razionale dell’antimicrobico
- Comunicazione con il proprietario.