Influenza Aviaria

È una malattia virale che colpisce principalmente gli uccelli selvatici

Quest’ultimi, in particolare gli uccelli acquatici appartenenti agli ordini Anseriformi (anatre, oche, cigni) e Charadriformi (gabbiani), fungono da serbatoio del virus e possono eliminarlo nell’ambiente attraverso le feci.

Nella maggior parte dei casi, questi uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile.


maggiori informazioni su questo link:

www.salute.gov.it

Perché è importante

L’Influenza aviaria, soprattutto quando sostenuta da ceppi altamente patogeni, causa conseguenze devastanti, sia per l’elevato tasso di mortalità che può essere raggiunto nel pollame, che per il forte impatto economico che ne consegue (adozione di una politica di eradicazione e restrizioni al commercio nei paesi sede di focolai). Inoltre, la malattia rappresenta anche un problema in sanità pubblica, dal momento che i virus influenzali appartenenti al tipo A possono infettare anche altre specie, uomo compreso. Si tratta infatti di virus che vanno frequentemente incontro a fenomeni di mutazione; è possibile quindi che da un serbatoio animale si possa originare un nuovo virus per il quale la popolazione umana risulta suscettibile, con conseguente diffusione a livello globale e sviluppo di una pandemia.

Dei 15 sottotipi di virus aviari, H5N1 (circolante dal 1997), è stato identificato come il più preoccupante proprio per la sua capacità di mutare rapidamente e di acquisire geni da virus che infettano altre specie animali. Dall’inizio del 2003, H5N1 ha effettuato una serie di salti di specie, acquisendo la capacità di contagiare anche gatti e topi, trasformandosi quindi in un problema di salute pubblica ben più preoccupante. La capacità del virus di infettare i maiali è nota da tempo e, quindi, la promiscuità di esseri umani, maiali e pollame è notoriamente considerata un fattore di rischio elevato.

Nelle epidemie recenti, a partire dal 2003, è stata documentata la capacità di questo virus di contagiare direttamente anche gli esseri umani, causando forme acute di influenza che in molti casi hanno portato a morte. Il rischio principale, che fa temere l’avvento di una nuova pandemia dopo le tre che si sono verificate nel corso del XX secolo (1918, 1957, 1968), è che la compresenza del virus aviario con quello dell’influenza umana, in una persona infettata da entrambi, faciliti la ricombinazione di H5N1 e lo renda capace di trasmettersi nella popolazione umana.

Per approfondire:

IZS delle Venezie - Influenza aviaria

Epicentro Istituto Superiore di Sanità - Influenza aviaria

Situazione epidemiologica in Italia e in Europa HPAI/LPAI

Per dati aggiornati sulla situazione epidemiologica attuale in Italia e in Europa nei volatili selvatici e nel pollame domestico/volatili in cattività consultare i seguenti link:

Modalità di trasmissione

I volatili selvatici si infettano tra loro attraverso il contatto diretto (via oro-fecale), oppure dall’ambiente (acque superficiali contaminate). Con le stesse modalità, il virus si può trasmettere anche ai volatili domestici. La diffusione è facilitata dal contatto con qualsiasi superficie contaminata da materiale fecale, escreti e secreti, come mangime, acqua, attrezzature, mezzi di trasporto e persone. Nelle aree indenni da influenza, l’introduzione primaria del virus si verifica attraverso il contatto diretto o indiretto con animali selvatici e domestici che eliminano il virus oppure con le movimentazioni dell’uomo e delle attrezzature provenienti da allevamenti infetti o dai mercati di animali vivi.

Sono quindi numerosi i fattori di rischio che favoriscono l’introduzione e la diffusione dell'infezione, tra i principali ricordiamo l'elevata densità di avicoli, scarse misure di biosicurezza degli allevamenti, elevato numero di allevamenti rurali, allevamenti multispecie e multietà.

Manifestazioni cliniche

Dal punto di vista della patogenicità l'Influenza aviaria si può manifestare con due forme cliniche ben distinte:

-l'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI): causata da virus del sottotipo H5 ed H7, malattia devastante per il pollame, che può causare anche una mortalità pari al 100% nelle specie recettive.

-l'influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI): si tratta di una forma clinica molto meno evidente, con un quadro sintomatologico aspecifico, caratterizzato spesso da sintomi respiratori, enterici, depressione e calo dell'ovodeposizione. La malattia a volte può essere inapparente, tanto che, in alcuni casi, essa può circolare all'interno dell'allevamento per lunghi periodi e non essere identificata se non attraverso esami di laboratorio. I virus LPAI possono però mutare in HPAI.

IZS delle Venezie - Influenza aviaria: materiali di comunicazione

EFSA - Influenza aviaria

Misure in caso di sospetto/conferma di focolaio

Chiunque sospetti la presenza di Influenza aviaria ad alta patogenicità in un allevamento, deve segnalarlo al servizio veterinario dell’AUSL che è l’autorità competente locale, il quale deve avvisare sia il servizio veterinario regionale sia l'Istituto Zooprofilattico competente per territorio. Le misure da intraprendere sono definite dal Regolamento delegato (UE) 2020/687 e in sintesi consistono nel blocco delle movimentazioni da e per l'azienda, mentre si procede all'indagine epidemiologica e ad ulteriori controlli per confermare o escludere l'infezione. In caso di conferma del focolaio dovrà essere effettuato l'abbattimento di tutti i volatili presenti nell’allevamento dove sono stati confermati casi positivi (focolaio) e successivamente sono effettuate accurate operazioni di pulizia e disinfezione. Inoltre, vengono identificate aree di restrizione corrispondenti due cerchi concentrici intorno al focolaio di raggio rispettivamente di 3 km (zona di protezione) e di 10 km (zona di sorveglianza), nelle quali si applicano misure atte a evitare la diffusione dell'infezione. Se necessario, le misure di abbattimento possono essere estese anche agli allevamenti di pollame nelle vicinanze o a quelli che hanno avuto contatti con il focolaio, in quanto sono a rischio di essere stati contaminati.

È vietato l'uso di vaccini contro l'influenza aviaria; in deroga possono però essere utilizzati solo su espressa disposizione adottata dal Ministero nei casi stabiliti dal Regolamento (UE) 2020/687.

 

Ministero della Salute - Manuale operativo influenza aviaria (2019)

Come prevenirla

Un efficace piano di sorveglianza della malattia unitamente all’applicazione di rigide misure di biosicurezza (Decreto del Ministero della Salute 30 maggio 2023) rappresentano i pilastri fondamentali per la prevenzione dell’introduzione dei virus influenzali negli allevamenti avicoli.

PIANO NAZIONALE DI SORVEGLIANZA PER L’INFLUENZA AVIARIA – 2023

È attivo in Italia un Piano nazionale di sorveglianza della malattia che ha l’obiettivo di individuare la presenza dei virus influenzali a bassa patogenicità (LPAI), nonché di quelli ad alta patogenicità (HPAI), sia negli avicoli domestici che nei volatili selvatici.

Il metodo di sorveglianza in Italia è stato definito in base al rischio, tenendo in considerazione i seguenti fattori:

  • ubicazione delle aziende avicole in zone ad alta densità di volatili selvatici migratori
  • presenza di aree ad alta densità di aziende avicole
  • caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo
  • situazione epidemiologica presente e pregressa (fattori di rischio di introduzione e diffusione rilevati nel corso delle precedenti epidemie)
  • flusso e tipologia di scambi commerciali
  • tipologia produttiva e misure di biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a rischio (presenza nell’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-età e multispecie)
  • presenza di aziende avicole free-range in cui il pollame può entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali)

In base al rischio di introduzione e/o di diffusione sono stati testati sia allevamenti del settore industriale sia del settore rurale (svezzatori, commercianti e rurali).

Sono state identificate province ad alto rischio di introduzione e diffusione, suddivise per regione:

  • Emilia-Romagna: province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna
  • Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova
  • Piemonte: province di Cuneo
  • Veneto: province di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (l’intero territorio regionale a esclusione della provincia di Belluno)

Le province considerate a rischio medio sono:

  • Friuli-Venezia-Giulia: province di Pordenone e Udine
  • Lazio: provincia di Viterbo
  • Umbria: province di Perugia e Terni

La restante parte del territorio nazionale è stata classificata come “a basso rischio”, e le attività di sorveglianza sono basate sulla notifica di casi e sospetti di influenza (sorveglianza passiva), e sulla sorveglianza attiva degli svezzatori come definito dalla legislazione nazionale.

Piano nazionale di sorveglianza per l'influenza aviaria (2023)

Zone A e B Emilia-Romagna

L’Accordo Stato-Regioni del 25 Luglio 2019 definisce le zone A come le zone ad alto rischio di introduzione e di diffusione di virus influenzali ad alta patogenicità e le zone B come quelle ad alto rischio di introduzione e di maggiore diffusione. All’interno delle zone A è vietata la detenzione di anatre e oche insieme ad altre specie di pollame, salvo ulteriori deroghe. Il Ministero può inoltre vietare l’allevamento all’aperto per determinati periodi (gli allevamenti presenti in queste aree devono disporre di una superficie idonea a mantenere i volatili al chiuso nel periodo a rischio), nonché la concentrazione di pollame e altri volatili in cattività in mercati, mostre e esposizioni, l’utilizzo di richiami vivi degli ordini Anseriformi e Caradriformi. Nelle zone B, oltre a quanto previsto per le zone A, è vietata la detenzione di anatre e oche insieme ad altre specie di pollame e la costruzione di nuovi allevamenti avicoli all’aperto (in quelli già esistenti deve essere garantito l’allevamento al chiuso degli animali nei periodi a rischio). Inoltre, il Ministero può vietare, sulla base della situazione epidemiologica, l’utilizzo di serbatoi d’acqua all’aperto destinati al pollame e il loro abbeveraggio con acqua proveniente da serbatoi di superficie cui possono accedere i volatili selvatici.

Normativa

  • Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale («normativa in materia di sanità animale»)
  • Regolamento delegato (UE) 2020/687 della Commissione del 17 dicembre 2019, che integra il regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla prevenzione e al controllo di determinate malattie elencate
  • Regolamento delegato (UE) 2020/689 della Commissione del 17 dicembre 2019, che integra il regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla sorveglianza, ai programmi di eradicazione e allo status di indenne da malattia per determinate malattie elencate ed emergenti
  • Regolamento di esecuzione (UE) 2020/690 della Commissione del 17 dicembre 2019 recante modalità di applicazione del regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le malattie elencate oggetto di programmi di sorveglianza dell’Unione, l’ambito geografico di applicazione di tali programmi e le malattie elencate per le quali può essere stabilito lo status di indenne da malattia dei compartimenti
  • Regolamento di esecuzione (UE) 2020/2002 della Commissione del 7 dicembre 2020 recante modalità di applicazione del regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la notifica nell’Unione e la comunicazione nell’Unione delle malattie elencate, i formati e le procedure per la presentazione e la comunicazione dei programmi di sorveglianza dell’Unione e dei programmi di eradicazione nonché per le domande di riconoscimento dello status di indenne da malattia, e il sistema informatico per il trattamento delle informazioni
  • Nota ministeriale 18 marzo 2021 Influenza aviaria. Focolai di influenza aviaria. Chiarimenti
  • Decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 9. Attuazione della direttiva 2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE
  • Ordinanza Ministero della Salute 21 aprile 2021: Proroga e modifica dell’Ordinanza 26 Agosto 2005, e successive modifiche, concernente “Misure di polizia veterinaria in materia di malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile”
  • Decreto ministeriale 25 giugno 2010: «Misure di prevenzione, controllo e sorveglianza del settore avicolo rurale»
  • Regolamento di polizia veterinariaDPR n. 320 del 8.2.1954 art.1
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