Ruolo del controllo ufficiale a garanzia del benessere e della salute degli animali
In Emilia-Romagna, sono presenti numerosi allevamenti avicoli, in particolare in Romagna, ma anche di centri di imballaggio delle uova, macelli e industrie di trasformazione. Del totale della produzione avicola italiana, circa il 21% è attribuibile alla Regione Emilia-Romagna1.
Sono 229 gli allevamenti di galline ovaiole sul territorio regionale2.
1. Nomisma - L’avicoltura italiana: un modello sostenibile e di integrazione di filiera nel settore delle carni - giugno 2016
2. Banca Dati Nazionale delle aziende zootecniche (BDN) - giugno 2018
Il ciclo della gallina ovaiola è più lungo rispetto a quello del pollo da carne ed è diviso in due fasi che solitamente avvengono in allevamenti distinti: pollastra e ovaiola.
Ciclo della pollastra. La prima, che dura circa 4 mesi, è costituita da animali giovani che ancora non producono uova e che vengono poi spostati negli allevamenti da deposizione. Questa seconda fase inizia quando le galline cominciano a deporre uova e dura mediamente intorno ai 450 giorni (ciclo della ovaiola).
In Emilia-Romagna il 34% degli allevamenti di ovaiole è costituito da pollastre, mentre 66% da galline in deposizione.
La selezione genetica delle ovaiole mira a raggiungere determinati caratteri produttivi che riguardano il numero di uova per gallina nel tempo, il peso delle uova, la resistenza del guscio ecc.
Negli ultimi anni, la Commissione Europea ha attuato importanti interventi normativi, volti a garantire la tutela del benessere degli animali degli allevamenti intensivi della gallina ovaiola e del pollo da carne.
Nell’allevamento delle ovaiole si è assistito al divieto dell’allevamento delle galline ovaiole in gabbie prive di dispositivi di arricchimento (gabbie non arricchite).
I dispositivi di arricchimento rispondono alle esigenze etologiche, consentendo alle galline di deporre le uova in un nido, di riposare sopra un posatoio e di razzolare e defecare in una lettiera asciutta e friabile. Tali dispositivi oggi devono essere presenti in tutti i tipi di allevamento per la produzione di uova.
In seguito agli interventi normativi europei, c’è stato un calo di oltre il 30% degli allevamenti in gabbie arricchite e un'equivalente crescita dei sistemi alternativi, a terra, all’aperto e biologico.
Fino ai primi anni 2000, la quasi totalità delle galline veniva allevata in batteria, in semplici gabbie, con spazi della dimensione di un foglio A4 per singola gallina.
La Direttiva 1999/74/CE ha aumentato lo spazio minimo per ogni gallina, sia negli allevamenti con gabbie arricchite che in quelli definiti come sistemi alternativi.
Proprio per consentire alle galline di esprimere il proprio comportamento, la direttiva ha stabilito che siano disponibili in ogni gabbia secondo misure stabilite:
- un nido isolato, in cui deporre l’uovo,
- un posatoio, dove potersi appollaiare per riposare,
- una lettiera,
- un dispositivo per poter accorciare le unghie.
Inoltre, devono esserci abbeveratoi e mangiatoie con acqua e mangime sempre a disposizione, che consentano di nutrirsi senza competizioni per il cibo.
La superficie inclinata delle gabbie consente la raccolta automatica delle uova, che vengono subito trasportate dai nastri fino al centro di selezione e confezionamento.
L’allevamento a terra è un sistema di produzione al chiuso che può svilupparsi su un unico piano o su più piani. In questo caso si definisce un sistema a voliera.
Questo tipo di allevamento consente alle galline il libero movimento all’interno del capannone. Le galline possono razzolare sulla lettiera e possono volare tra un piano e l’altro. C’è un nido ogni 7 galline, posatoi, mangiatoie e abbeveratoi.
Nell’allevamento all’aperto le galline possono utilizzare spazi fuori dal capannone per razzolare, becchettare e fare bagni di sabbia. Dispongono anche di spazi al chiuso, dove bere, mangiare, riposare e di un nido dove deporre le uova.
Il capannone è dotato di aperture di dimensioni stabilite dalla normativa che permettono alle galline di uscire e di rientrare per ripararsi dalle intemperie e dai predatori.
Il biologico si differenzia dall’allevamento all’aperto in quanto viene utilizzato mangime proveniente da agricoltura biologica e gli spazi all’aperto sono trattati secondo quanto specificato per le certificazioni biologiche. Inoltre nell’allevamento biologico possono essere allevate nello stesso ricovero un massimo di 3.000 galline.
Oltre ai requisiti strutturali, il benessere animale viene controllato esaminando attentamente le galline, attraverso specifiche valutazioni cliniche da parte dei medici veterinari.
Prima viene valutato lo stato di salute e vengono inoltre effettuati esami di laboratorio nell’attuazione dei piani di sorveglianza per la prevenzione delle zoonosi. Vengono effettuate anche analisi per garantire la salubrità dei mangimi e dell’acqua, nell’ambito del Piano Nazionale dell’alimentazione Animale e del Piano Nazionale Residui.
Per quanto riguarda il comportamento, le galline stabiliscono la loro gerarchia sociale tramite un ordine di beccaggio. In questo modo decidono chi accede per prima al nido, alla mangiatoia, ecc. Interagendo fra loro in questo modo, talvolta possono esserci segni di plumofagia, cioè aree spiumate del collo, delle ali o della cloaca. A volte questi fenomeni possono assumere forme molto gravi degenerando in vero e proprio cannibalismo.
Per evitare questi fenomeni, può essere necessario ricorrere al debeccaggio, che consiste nella spuntatura della parte terminale del becco. Questa pratica deve essere eseguita entro i 10 giorni di vita del pulcino da personale specializzato e sotto supervisione veterinaria. I macchinari più recenti sono molto sofisticati: si usano anche strumenti a raggi infrarossi, che sono totalmente indolori.
L’osservazione del comportamento comprende anche l’uso del nido e dei trespoli, e, se presente l’accesso all’aperto, il razzolamento e i bagni di sabbia.
Fa parte dell’osservazione del comportamento anche l’interazione con l’uomo. Normalmente le galline abituate alla costante presenza dell’uomo lo accolgono senza timore e si avvicinano incuriosite. In alcuni casi, comportamenti eccessivi di allerta, di spavento o fuga, possono essere sintomo di una gestione inappropriata dell’allevamento.
La deposizione delle uova è una delle fasi più delicate: la gallina depone uova quasi ogni giorno.
La deposizione deve dunque avvenire in un luogo tranquillo, dotato di una pavimentazione morbida ed accogliente e consentire una raccolta delle uova non traumatica e igienica, evitandone la contaminazione con feci o altri materiali, per garantire al consumatore un prodotto sicuro.
Attraverso la lettura del codice stampato sulle uova, informazione in etichetta obbligatoria per legge, il consumatore è informato anche sul metodo di allevamento delle galline ovaiole.
Questo è indicato da un codice, stampato direttamente sull’uovo:
0= biologico
1= all’aperto
2= a terra
3= in gabbie arricchite
In questo modo il consumatore può scegliere la tipologia di allevamento che preferisce.
I servizi veterinari delle aziende sanitarie locali sono incaricati del controllo ufficiale in tutti gli allevamenti. Le ispezioni dei medici veterinari ufficiali sono tese a verificare l'adeguatezza delle strutture, la formazione degli operatori, la corretta registrazione e gestione dei farmaci e il rispetto delle norme sulla biosicurezza e sul benessere animale. Vengono inoltre effettuati controlli per verificare l’assenza di malattie infettive, in particolare influenza aviaria e salmonellosi.
Nel corso delle ispezioni per benessere animale vengono controllate, oltre allo stato clinico e comportamentale degli animali, le strutture, gli spazi, la luce, il rumore, i sistemi di ventilazione e di riscaldamento.
Sistema Informativo Veterinario, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Salute.
Consiglio Europeo 1999
La direttiva stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole sia per quanto riguarda l’allevamento in gabbia, sia per l’allevamento alternativo a terra o in voliera e all’aperto. In particolare, per la prima tipologia di allevamento la direttiva stabilisce norme per un nuovo tipo di gabbia, radicalmente diverso da quella convenzionale, definito “gabbia arricchita” o “gabbia modificata” . In sintesi maggiore spazio, presenza di nido, posatoio e lettiera.
EFSA 2005
I sistemi di allevamento delle ovaiole differiscono per la possibilità delle ovaiole di mostrare comportamenti specie-specifici, come la ricerca del cibo, il bagno di polvere, appollaiarsi sul posatotio, e costruire o selezionare un nido appropriato. Se le galline non soddisfano queste alte priorità di comportamento, la conseguenza potrebbe essere di frustrazione, privazione o lesioni che sono dannose per il loro benessere.
EFSA 2015
Il parere studia l'utilizzo dei posaoti per le galline ovaiole tenute in gabbia e non in gabbia. Lo studio prende in considerazione gli effetti dell'altezza e design del posatoio sulla salute e benessee delle ovaiole. Posatoio collocati ad altezza elevata permettono alle galline di monitorare l'ambiente. scappare da altre galline, evitare confusione e migliorare la termoregolazione. Tuttavia posatoi troppo elevati hanno conseguenze negative sull'aumento di prevalenza delle deformità e fratture dello sterno. Il rischio aumnta quando le galline devono saltare ad una distanza di più di 80 cm verticalmente, orizzontalmente o diagonalmente per raggiungere o andarsene da un posatoio. Ulteriore studio è necessario per delineare il migliore disegno di un adeguato posatoio.