Ruolo del controllo ufficiale a garanzia del benessere e della salute degli animali
In Emilia-Romagna, sono presenti numerosi allevamenti avicoli (in particolare in Romagna), centri di imballaggio delle uova, macelli e industrie di trasformazione. Del totale della produzione avicola italiana, circa il 21% è attribuibile alla Regione Emilia-Romagna1.
Sono 222 gli allevamenti di polli da carne presenti sul territorio regionale2.
Se a livello nazionale il peso della produzione agricola generata dagli allevamenti avicoli si attesta all’8,5%, in Emilia-Romagna arriva fino al 14%. Rispetto alla produzione nazionale la nostra Regione raggiunge circa il 16% per la carne di pollo.
1. Nomisma - L’avicoltura italiana: un modello sostenibile e di integrazione di filiera nel settore delle carni - giugno 2016
2. Banca Dati Nazionale delle aziende zootecniche (BDN) - giugno 2018
In Emilia-Romagna sono presenti 222 allevamenti di polli da carne, con una capacità di circa 8 milioni di polli per ciclo. Di questi, circa il 16% degli allevamenti utilizzano metodi alternativi, all'aperto o biologico.
La maggior parte degli allevamenti si trova in Romagna, in provincia di Forlì-Cesena, e vengono allevate prevalentemente razze pesanti, il cui peso finale può arrivare fino a oltre 3 kg.
Negli ultimi anni, la Commissione Europea ha attuato importanti interventi normativi, volti a garantire la tutela del benessere degli animali degli allevamenti intensivi del pollo da carne.
Con la Direttiva CE 43/2007 sulla protezione dei polli allevati per la produzione di carne, le ispezioni in allevamento sono state integrate da specifici controlli in macello, per rilevare eventuali problemi sull’animale collegati al benessere in allevamento.
Il sistema di produzione avicolo è più complicato rispetto ad altre specie, e comincia ancora prima della nascita del pulcino.
I polli, allevati per la produzione di carne, sono il risultato di complesse selezioni genetiche che determinano linee specializzate con i caratteri produttivi (tasso di crescita, taglia adulta, fertilità, ecc.), in grado di soddisfare meglio le esigenze degli allevatori e del mercato.
Si parte dalla selezione genetica di un certo numero di linee pure da parte dell'azienda di riproduzione.
I volatili appartenenti a linee pure selezionate sono incrociati in consanguineità e mantenuti indenni da organismi patogeni. Dalle linee pure attraverso tre fasi si ottengono i riproduttori per la produzione di pulcini che diventeranno polli da carne (broiler).
Il settore del pollo da carne in Emilia-Romagna impiega prevalentemente razze a crescita rapida (circa il 50% della produzione regionale). Queste razze raggiungono circa 2,5-4 kg di peso vivo in 40-56 giorni in sistemi di allevamento a terra, provvisti di lettiera e con mangime ed acqua costantemente disponibili, e controllo termico e climatico.
Circa il 2% della produzione regionale riguarda anche polli a crescita più lenta da 70 a 81 giorni, detti generalmente "colorati", spesso di razze leggere (fino a 2 kg, come la Valdarno, o Mediopesanti, come Rhode Island o New Hampshire, che arrivano a 3,5 kg), che forniscono il mercato tradizionale rurale. Inoltre, circa il 16% della produzione da carne all’aperto e biologica viene allevata in Emilia-Romagna con razze pesanti e medio pesanti, una bassa densità di animali e accesso permanente a uno spazio all'aperto.
Altre tipologie allevate in Emilia-Romagna riguardano:
- capponi (maschi castrati che raggiungono circa 2,5 kg in 6 mesi) rappresentano il 9% della produzione regionale da carne
- galletti (maschi derivati dalla produzione delle pollastre per la produzione di galline ovaiole, con pesi ed età simili ai capponi) rappresentano il 4% della produzione regionale.
Infine svariate sono le certificazioni che identificano le diverse modalità di allevamento: intensivo al coperto, all'aperto, biologico, senza ogm, vegetale, senza anticoccidici, senza antibiotici ecc.
L’allevamento di tipo biologico prevede l'accasamento di un massimo di 4800 polli con accesso all’aperto e una bassa densità animale. L’età minima di macellazione è di 81 giorni e si utilizzano razze a lento accrescimento.
Gli allevatori scelgono di allevare polli di diverse tipologie in base alla disponibilità, alla tipologia del proprio allevamento e alla durata del ciclo produttivo.
Lo svezzamento è la fase più delicata dell’allevamento del broiler. In questo periodo di circa dieci giorni, occorre fare molta attenzione alle temperature dell’ambiente e alla disposizione delle attrezzature.
Infatti, in natura, sarebbe la chioccia a fornire il rifugio termico e fisico ai pulcini e a insegnare loro come orientarsi alla ricerca di cibo e acqua.
Nell’allevamento moderno tale compito è affidato all’allevatore che deve prestare molta attenzione alla cura dell’ambiente e dei pulcini, controllando la qualità dell’aria, del suolo e le variazioni di temperatura.
Dopo lo svezzamento, si passa alla fase di accrescimento, che può durare dai 45 ai 60 giorni, a seconda del peso.
Per consentire una crescita uniforme ed evitare competizioni, è importante che tutti i soggetti possano accedere contemporaneamente alla mangiatoia e agli abbeveratoi: mangime e acqua devono essere sempre a disposizione.
Il comportamento tipico del pollo è quello di razzolare e becchettare, quindi è importante fornire dei materiali simili al terreno, esplorabili e beccabili. Per questo motivo l’ambiente deve essere pulito, ventilato, poco rumoroso, dotato di una lettiera asciutta e friabile e illuminato secondo cicli di luce stabiliti dalla normativa.
I polli, come altri animali sociali, vengono allevati in gruppo.
Essi stabiliscono una gerarchia tramite il beccaggio fra soggetti e in seguito all’accasamento si crea un equilibrio sociale.
Ogni giorno l’allevatore è tenuto a compiere almeno due ispezioni di controllo all’interno del capannone, per verificare il corretto funzionamento delle attrezzature, lo stato di salute degli animali, separare i soggetti malati o feriti, ed eventualmente ricorrere per questi alla eutanasia.
La densità degli animali è un parametro fondamentale da controllare.
Infatti, se non gestita correttamente, può aumentare lo stress e la competitività tra i polli, invalidando il benessere e la salute degli animali, favorendo la trasmissione di malattie, nonché peggiorando la qualità dell’ambiente.
Per questa ragione è stabilita dalla normativa europea una densità massima di 33 kg ogni metro quadro, che può essere superata solamente se l’allevatore dimostra di avere strutture e attrezzature di gestione dei parametri ambientali in grado di garantire un ambiente consono, fino a un massimo di 42 kg per metro quadro.
I parametri ambientali misurati per concedere una densità maggiore di 33 Kg per metro quadro, comprendono la concentrazione di anidride carbonica e di ammoniaca nell’aria, l’umidità e la temperatura ambientale.
Per questi allevamenti è prevista una specifica autorizzazione veterinaria e gli animali sono controllati, sia in allevamento che in macello, in modo da intervenire immediatamente qualora vengano rilevate problematiche di benessere e salute animale riconducibili a una cattiva gestione o a tassi di mortalità superiori a quanto consentito. In questo caso, di conseguenza, i controlli dei veterinari ufficiali impongono che la densità di allevamento venga riportata a livelli minimi di 33 Kg per metro quadro.
Una caratteristica specifica di questo tipo di allevamento è che il personale debba essere sempre formato.
I corsi di formazione sono richiesti specificamente dalla normativa comunitaria relativa alla protezione dei polli, e riguardano la loro fisiologia, le esigenze alimentari e il comportamento animale. Gli operatori sono formati appositamente per un'adeguata manipolazione degli animali nei momenti di cattura, carico e trasporto, sulle modalità di cura e di abbattimento d'emergenza e sulle misure di biosicurezza preventiva.
Rispetto agli altri tipi di allevamento, negli allevamenti avicoli sono applicate stringenti misure di biosicurezza per prevenire la diffusione e introduzione di agenti patogeni, rese obbligatorie dalla normativa comunitaria e italiana.
Oltre a requisiti strutturali degli allevamenti, sono previsti requisiti gestionali. Tra questi, uno dei più importanti, il vuoto sanitario, prevede che alla fine di ogni ciclo il capannone debba essere svuotato completamente dagli animali, lavato e disinfettato insieme a tutte le attrezzature, in modo da consentire un accasamento di nuovi pulcini in un ambiente pulito e disinfettato ed evitare così la trasmissione di eventuali malattie al ciclo successivo. Inoltre, devono essere svolte regolarmente operazioni di disinfestazione e derattizzazione, deve essere garantito che accedano all’allevamento solo persone e mezzi addetti alle attività di allevamento con rispetto di pratiche igieniche adeguate, che ci sia una corretta gestione delle carcasse di animali morti oltre che di pollina e lettiera.
I servizi veterinari delle aziende sanitarie locali sono incaricati del controllo ufficiale in tutti gli allevamenti. Le ispezioni dei medici veterinari ufficiali sono tese a verificare l'adeguatezza delle strutture, la formazione degli operatori, la corretta registrazione e gestione dei farmaci e il rispetto delle norme sulla biosicurezza e sul benessere animale. Vengono inoltre effettuati controlli per verificare l’assenza di malattie infettive, in particolare influenza aviaria e salmonellosi.
Nel corso delle ispezioni per benessere animale vengono controllate, oltre allo stato clinico e comportamentale degli animali, le strutture, gli spazi, la luce, il rumore, i sistemi di ventilazione e di riscaldamento.
A rafforzare le ispezioni in allevamento, vengono svolti controlli per verificare il benessere animale anche al macello.
Come richiesto dalla direttiva europea, in macello viene monitorato il tasso di mortalità dei polli da carne, sia in allevamento che durante il trasporto. Questi parametri devono essere comunicati all’arrivo del lotto di animali in macello.
Inoltre, durante l’ispezione post-mortem, il veterinario ufficiale valuta eventuali lesioni riferibili a scarso benessere in allevamento, quali dermatiti da contatto, parassitismo e malattie sistemiche.
Se questi controlli evidenziano problemi di benessere, il veterinario comunica i risultati al proprietario degli animali e all’autorità competente, che intraprende azioni appropriate per ristabilire una situazione conforme a garantire il benessere animale. Le conseguenze possono essere: ulteriori ispezioni, la revoca della deroga sulla densità di allevamento ed eventuali sanzioni amministrative per l’allevatore.
Sistema Informativo Veterinario, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Salute.
EFSA 2012
Le misure di benessere basate sull'animale possono essere utilizzate in allevamento per la valutazione del benessere del pollo da carne in relazione a leggi, codici di pratica, schemi di assicurazione della qualità gestione e ispezione ante-mortem. Altre misure possono essere valutate in macello. Qeste misure possono essere utili indicatori del benessere del pollo da carne.
Commissione Europea 2007
La Direttiva si occupa della protezione dei polli allevati per la produzione di carne e stabilisce una soglia massima per quanto riguarda la densità animale, inoltre stabilisce requisiti specifici per quanto riguarda la ventilazione, la lettiera, la luce e la dieta.
Wageningen UR Livestock Research, IKERBASQUE,University of Bristol, Swedish University of Agricultural Sciences 2012
Lo scopo principale di questo report è quello di portare a termine un lavoro preparatorio per il mandato sulle misure basate sull'animale per valutare il benessere del broiler. E' la revisione fornita dai pareri scientifici per identificare vuoti o aree potenziali da rafforzare o modificare le raccomandazioni e conclusioni di quei pareri.