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Le zecche dure - Ixodidae
Parassitano l’uomo e altri mammiferi. Sono chiamate zecche dure perché dotate di uno scudo dorsale. Il loro rostro è sporgente e ben visibile dall’alto, munito di denti retroflessi che ne facilitano la penetrazione nella cute e permettono pasti di lunga durata. A differenza delle zecche molli, hanno dimensioni inferiori e spesso sono colorate. In Italia sono presenti diversi generi di zecche dure, fra cui la zecca dei boschi, la zecca bruna del cane e il Dermacentor.
La zecca dei boschi - Ixodes ricinus
Predilige gli ambienti boschivi, umidi e ombreggiati, con presenza di cespugli, vegetazione bassa e letti di foglie secche. Si può trovare anche nel sottobosco e nei prati incolti, ai margini tra prato e bosco, e lungo i sentieri poco battuti dove più facile è la presenza di animali selvatici.
Può trasmettere all’uomo il virus della meningoencefalite da zecche (TBE), di cui sono noti focolai attivi in Trentino-Alto Adige e Veneto https://salute.regione.emilia-romagna.it/sanita-pubblica/malattie-infettive/malattie-infettive/principali/meningoencefalite-trasmessa-da-zecche-tbe.
Può trasmettere sia all’uomo sia al cane l’agente della Malattia di Lyme https://salute.regione.emilia-romagna.it/sanita-pubblica/malattie-infettive/malattie-infettive/principali/malattia-di-lyme-borreliosi. Malattia di cui il maggior numero di casi umani è segnalato in Liguria, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia-Giulia.
La zecca bruna del cane - Rhipicephalus sanguineus
È tipica dei cani domestici, ma parassita anche altre specie, uomo compreso. Quando non parassita il suo ospite preferito, vive nelle fessure dei muri, nel terreno, fra i sassi e in altri ambienti frequentati dal cane. Può trasmettere all’uomo la febbre bottonosa del mediterraneo, malattia presente nel Centro-Sud Italia e soprattutto nelle isole (Sardegna e Sicilia in particolare).
Nel cane può trasmettere la babesiosi.
Il Dermacentor
È presente in Italia con due specie:
- D. marginatus che vive nelle zone calde e secche e parassita ovini, bovini, equini;
- D. reticulatus che predilige le zone umide e può trasmettere al cane la babesiosi.
Entrambe le specie possono trasmettere all’uomo la tularemia, malattia caratterizzata da manifestazioni cliniche variabili a seconda della via di trasmissione. in uno o più anni e comprende quattro stadi: uovo, larva, ninfa e adulto. Sono ematofaghe. Solo dopo un pasto di sangue riescono a passare allo stadio successivo e, nel caso delle femmine adulte, a deporre le uova. Queste ultime vengono emesse, numerosissime, avvolte da una sostanza che le tiene unite e le protegge dalla disidratazione e dall’aggressione di agenti ambientali.
Misure di controllo ambientale
Nelle aree residenziali, la presenza di zecche può essere contenuta rimuovendo le foglie secche, le sterpaglie e le cataste di legna intorno alle case, potando le siepi e tenendo puliti prati e sentieri.
Gli interventi di disinfestazione risultano in genere poco efficaci, data la molteplicità dei serbatoi naturali delle zecche.
Misure di profilassi comportamentale
In caso di escursioni, attività ludico-sportive o lavorative in zone a rischio si raccomanda di:
- camminare al centro dei sentieri evitando il contatto con la vegetazione;
- indossare indumenti chiari e coprenti, (maniche lunghe, calzoni lunghi infilati nelle calze, guanti);
- applicare repellenti cutanei sulle parti scoperte;
- lavare gli abiti in lavatrice al rientro;
- controllare accuratamente tutto il corpo al termine dell’attività, per individuare eventuali zecche e rimuoverle subito.
Il rischio di trasmissione di agenti patogeni aumenta con la durata del pasto di sangue: in genere è basso se la zecca resta attaccata per meno di 36–48 ore.
Approfondimenti e guide
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