DIETA E SALE

Ridurre il consumo di sale nella dieta è di primaria importanza

Il sale da cucina è comunemente conosciuto come cloruro di sodio e rappresenta la fonte maggiore di sodio della nostra dieta.

Il sodio è un nutriente essenziale per il mantenimento del volume plasmatico, per l’equilibrio acido-base, la trasmissione degli impulsi nervosi e il normale funzionamento cellulare. Il sodio si trova naturalmente in numerosi alimenti come latte, carne e molluschi.

Un elevato consumo di sodio (oltre 2 g/giorno, equivalenti a 5 g sale/giorno) e insufficiente assunzione di potassio (meno di 3,5 g/giorno) contribuiscono ad alzare la pressione sanguigna e ad aumentare il rischio di malattie cardiache e infarto.

La maggior parte delle persone consuma troppo sale: in media 9-12 g al giorno, quindi due volte superiore la dose consigliata.
La maggior parte delle persone non sa che consuma troppo sale, perché l’80% del sale nella nostra dieta deriva dai cibi lavorati. Non solo cibi pronti, zuppe e salse, ma anche pane, cereali e alimenti dolci possono contenere sale.

Gli alimenti per essere saporiti non devono necessariamente contenere sale. Leggere l’etichetta degli alimenti si comprano può essere utile per scegliere prodotti a basso contenuto di sale. Un consiglio è quello di utilizzare meno sale e più spezie e erbe aromatiche, pepe nero, peperoncino, limone.

Tutti i tipi di sale sono dannosi in elevata quantità: rosa, nero, cristalli o fiocchi tutti hanno lo stesso effetto sulla pressione sanguigna come il sale da tavola comune. Tuttavia sali meno raffinati contengono più nutrienti rispetto al sale da tavola.

Il principale beneficio di un’assunzione di meno di 5 g al giorno di sale è la riduzione della pressione sanguigna e il ridotto rischio di malattie cardiovascolari e infarto.
Obiettivo OMS è di ridurre la globale assunzione di sale della popolazione del 30% entro il 2025.
Una stima di 2.5 milioni di morti potrebbe essere evitata ogni anno se il consumo globale di sale fosse ridotto al livello consigliato.

Consigli utili

  • Non aggiungere sale durante la preparazione dei cibi
  • Non tenere la saliera sul tavolo quando mangi
  • Limita il consumo di snack salati
  • Leggere l’etichetta degli alimenti che compri
  • Scegli alimenti a basso contenuto di sale

False credenze

  • ‘In una giornata calda e umida con una elevata sudorazione, hai bisogno di più sale nella dieta’:
    Poco sale è perso con la sudorazione, quindi non c’è bisogno di consumo di sale supplementare, al contrario è importante bere molta acqua.
  • ‘Solo le persone anziane si devono preoccupare del consumo di sale giornaliero’:
    Consumare troppo sale fa alzare la pressione a qualsiasi età.

Campagna della Regione Emilia-Romagna "Pane meno sale"

La Regione Emilia-Romagna nell'aprile del 2013 ha promosso un accordo con le principali associazioni di panificatori per incentivare la produzione di pane con un contenuto massimo di sale pari all'1,7% del peso della farina. Rispetto al pane abitualmente in commercio, la riduzione di sale è mediamente di circa il 15%, tale da non cambiarne il sapore, ma in grado di produrre nel tempo effetti positivi sulla salute, visto che si tratta di un alimento consumato quotidianamente.

Consulta l'elenco dei panificatori aderenti alla campagna

Meno sale, più salute

Meno sale, più salute (1)

Meno sale, più salute (2)

Meno sale, più salute (3)

Regione Emilia-Romagna: i dati

In dieci anni, i cittadini dell’Emilia-Romagna hanno ridotto il consumo medio di sale di circa il 12%, passando da un’assunzione media giornaliera di 10,8 grammi negli uomini e 8,3 nelle donne nel 2008-2012, a rispettivamente 9,5 e 7,2 grammi nel 2018-2019.

A rivelarlo, il monitoraggio nazionale avviato nel 2008 a cui ha contributo anche la regione, con l’Ausl IRCCS di Reggio Emilia come punto di riferimento. Promossa e finanziata dal Ministero della Salute - Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie e condotta dal Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’indagine ha monitorato nella popolazione italiana adulta i livelli urinari giornalieri di sodio quale indicatore del consumo abituale di sale. I risultati dello studio, che fanno emergere una tendenza positiva nelle abitudini della popolazione emliano-romagnola, sono disponibili online sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases.

Secondo la banca dati di Epicentro, gli emiliano romagnoli che pongono attenzione a non eccedere nell’utilizzo di sale sono il 63,4%, contro una media nazionale del 57,8% e quelli che utilizzano sale iodato sono il 76% (a fronte di una media del 71,5%).

Per maggiori informazioni:

Meno sale e più salute, gli emiliano-romagnoli sempre più attenti alle scelte alimentari: in dieci anni consumo medio di sale ridotto del 12%

Sale? A voi la scelta

World Action On Salt, Sugar and Health (WASSH)

WHO

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